In occasione della Festa della Donna la scultrice biellese Cecilia Martin Birsa espone allo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, per la prima volta a Biella.
Le sculture scelte raffigurano corpi e volti femminili, attraverso il racconto del corpo la scultrice mostra non solo la bellezza, ma anche cicatrici e imperfezioni fisiche che raccontano la storia di donne che hanno vissuto, mantenendo sempre una grande bellezza. “Ho scelto di esprimere gli stati d’animo femminili attraverso la carne: il corpo è il mezzo attraverso il quale si esprime l’anima nelle sue infinite sfaccettature. I miei corpi di pietra vogliono raccontare momenti di dolore, di coraggio, di introspezione, di dubbio, di ritrovo del proprio respiro, della bellezza che sta in un’apparente imperfezione che poi si rivela essere soltanto armonia e bellezza”, racconta la scultrice biellese.
I lavori di Birsa dedicati alla donna hanno un forte legame con la materia da cui nascono e il territorio biellese, le pietre raccolte dal torrente Elvo, il cui suono cupo è il sottofondo costante delle giornate in montagna dell’arista che ha scelto di vivere nel piccolo borgo di Bagneri, sono state levigate dall’acqua per un’infinità di tempo prima di divenire sculture e le rocce, nate in epoche primordiali da antiche lave permianiche formatesi ai tempi del perduto oceano ligure-piemontese e da ghiacciai scomparsi, erano forme armoniose e rotonde: perfette per il racconto del femminile che si trova in ognuno di noi. Cecilia ha scelto dunque le sculture che raccontano la maternità, intesa come la capacità che hanno le donne non soltanto di dare la vita, ma anche di prendersi cura della bambina al loro interno e poi della donna. Queste sono le condizioni indispensabili per prendersi cura dell’altro e immaginare un futuro sereno per chi viene dopo. “La maternità intesa come ponte fra passato, presente e futuro è la chiave, a mio parere, per superare l’idea della donna vista solo come “compagna di” o “madre di”. Non ritengo per niente superata la pressione sociale soffocante sul corpo delle donne e sulle loro scelte di vita” commenta l’artista. Sculture dunque come “corpi di pietra” che vogliono raccontare momenti di dolore, di coraggio, d’introspezione, di dubbio, di ritrovo del proprio respiro, della bellezza che sta in un’apparente imperfezione.
La mostra è realizzata in collaborazione con: Associazione Far Pensare, Centro Aiuto alla Vita di Biella, Associazione Underground e Casa Rifugio.
Inaugurazione: venerdì 8 marzo, ore 18.30
Orari della mostra:
– lunedì-venerdì 10.30-12.30 / 16.00-17.30
– sabato-domenica e Pasquetta 16.00-19.00
– chiuso a Pasqua
Ingresso libero