STORIE DEL PRIMO PERIODO DI COVID ANNO 2020

Storia di L.C.

La Signora L.C., ospite di un gruppo appartamento, è una paziente oncologica e deve recarsi per trattamenti in Ospedale. La cadenza dei controlli è come minimo quindicinale. Dopo ogni passaggio in ospedale è costretta ad una quarantena di sette giorni in gruppo appartamento: deve rimanere chiusa in camera. Citiamo la sua lettera perché descrive in maniera esaustiva la situazione:

Dunque essendo anche una paziente oncologica devo recarmi in ospedale spesso per i trattamenti, ciò comporterà trascorrere le prossime settimane alternando in isolamento in stanza e cure ospedaliere. Tutto ciò influirà pesantemente sul mio benessere psicosociale, infatti verrò privata dalle relazioni sociali all’interno dell’appartamento e all’esterno; non potrò fare delle passeggiate che mi rilassano e distraggono dalle mie preoccupazioni. Significherebbe togliermi l’ossigeno, e privare me stessa della possibilità di curarmi solo perché inserita all’interno di una struttura residenziale psichiatrica. Trovo tutto ciò discriminante e al limite dei diritti umani. Chiedo pertanto un vostro aiuto per capire se tutto ciò ha un senso etico e morale per una persona come me..

È pensabile che la misura sia giustificata dal rischio di contagio in situazione di abbassamento delle difese immunitarie. Dà però l’impressione di applicazione/imposizione di un protocollo in modo rigido, senza spiegazioni né coinvolgimento della paziente, alla faccia dell’alleanza terapeutica o anche solo del consenso informato.

Storia di Isabella

Fino alle 17.30 di quella giornata ero in pigiama. Ho chiesto conferma della cena perché non avevo molto energia. La volontà di venire inizialmente non c’era perché sentivo un gran vuoto, una voglia di stare appartata nel mio cantuccio protetto. Invece, quando sono arrivata lì, mi sono sentita parte del cerchio, ho sentito che i miei vuoti venivano colmati. L’idea che apparteniamo a qualcosa di più grande, l’idea che non siamo soli: sovente mi chiedo quale sia il senso della vita, della mia vita. Questo momento di condivisione mi ha aiutato a non pensare a questa domanda e ad attribuire, seppur momentaneo, un senso alla mia esistenza.”

Storia raccolta tramite l’associazione “Arcobaleno”

Storia di Giusy

Non ricordo da quanti giorni vivo sola ed esco solo per prendere da mangiare e le sigarette.
Questo corona virus l’ho evitato sul serio fin dall’inizio, ora riguarda tutta la Terra e l’umanità deve riflettere sulla morte e sulla vita che finora ha condotto.
Mi allietano le telefonate e i messaggi degli amici.
Ho la radio e faccio stretching con la musica. Ho nostalgia degli incontri e penso a mio figlio.
Non so quando riprenderà il lavoro, è in ferie forzate.
So che il farmaco mi altera i lineamenti del viso e gli occhi e sono contenta che nessuno mi veda.
Un mio amico mi aveva augurato in bocca al lupo la sera prima dell’iniezione. E mio figlio chiama tutti i giorni mia madre per raccomandarmi di non uscire ma è da vent’anni che
i servizi psichiatrici hanno tolto i contatti con il cellulare con mio figlio e poi si chiedono perché sto male.
Solo Ugo è tanto di compagnia e mi fa visita spesso. Mi dice che è meglio che mio figlio non mi veda.

Storia di Alberto

Il corona virus ha ambiato la mia vita. Non immaginavo mai che stando chiuso in casa sarei stato rilassato lo stesso. Ho scoperto queste erbe che sono medicine naturali senza effetti collaterali, camomilla e melissa, che mi permettono di stare tranquillo. Il corona virus ha stravolto la vita di molti italiani. Io penso che sia stato sviluppato in un laboratorio di Wuhan in Cina, scoperto da uno scienziato che all’inizio non è stato ascoltato. Devo dire che grazie al corona virus ho riscoperto il benessere nel stare a casa e studiare le mie migliaia di riviste di astronomia. Sono più calmo anche perché la città è meno inquinata. Io sono sempre stato abituato ad andare in giro a piedi o in treno, in montagna, non avrei immaginato che stando in città, sarei stato bene. C’è chi pensa ai complotti internazionali per rendere la vita impossibile alle persone e sfruttarle ancora di più, io penso che la Cina e gli Stati Uniti possano arrivare ad un attrito pericoloso. Molti hanno perso il lavoro, famiglie intere sono state rovinate. Il governo cinese dovrebbe risarcire le popolazioni colpite come la nostra. Spero che le attività ferme per il virus possano riprendere e ricreare profitto per i lavoratori. Spero anche che l’associazione Arcobaleno possa riaprire presto.

Storia di Giusy

Voglio sublimare la mia amicizia con le visite quotidiane.
Sento gli spiriti di un’amica medium morta e non voglio perderli.
La puntura è un rumore all’ orecchio che non mi fa distinguere me stessa nella folla.
Mentre quando la puntura sta scemando io sono più sicura di me stessa e non ne vorrei altre.
Io dimentico i miei affetti per quarantacinque giorni e per i successivi quarantacinque mi pento di ciò che ho dimenticato.

Storia di Claudia

E’ una vita che vado avanti e indietro dal csm, mi son proprio stufata, mi sento rinata. Fosse almeno vicino casa, anzi no, sarebbe ancora peggio. A cosa serve poi? Serve a tenerti d occhio e alla prima giornata storta ad alzarti la terapia.. E’ uno schifo guarda, credimi ormai conosco praticamente tutto il sistema. Sono loro che ti sfiniscono in questo modo. Ma non posso uscirne? Come faccio? Vengono fino a casa se non mi faccio vedere. Eh già io proclamo santa questa pandemia con tutto il rispetto per i morti ma la mia vita non è più vita da quando ho messo piede lì dentro. Da quanto tempo vado avanti così? 21 anni di domiciliari. Una vita praticamente. Una condanna. Dal mio primo tso non ne sono venuta più fuori, anzi sempre peggio, ma ora sto bene grazie a Dio e gli dico in faccia tutto quello che penso.. Anche se l’ultima volta avevo tutte le ragioni per alzare un po’ i toni, glielo hanno riferito subito alla psicologa che mi ha fatto intendere che secondo lei non stavo molto bene e adesso tutte le settimane ricevo una telefonata o da lei o dall infermiere. Tra l’altro è assurdo non dovrebbe essere compito della psichiatra (evidentemente non potendomi ricevere non può metter mano nemmeno alla terapia chissà quanto le dispiace?!? E sai perché mi sono arrabbiata così con l’infermiera? Perché me le han sempre date loro le medicine ma un certo tipo di medicine è venuto fuori che non è mutabile scusate ma allora a che cavolo mi serve l’esenzione C03???? MI DURANO SOLO UNA SETTIMANA PERCHÉ DEVO PRENDERNE 3 COMPRESSE AL GIORNO. MA UN GIORNO SI SVEGLIANO E DECIDONO DI FARMELE PAGARE.”sapendo bene già la fatica che faccio a campare.Prima della pandemia avevo il calendario pieno di appuntamenti solo con l’ambulatorio, una volta la psichiatra, una volta la psicologa, una volta l’assistente sociale, tre volte gli infermieri…embe’ ragazze si romperebbe il c..chiunque!!!! Scusate ma questo è quel che mi sto GODENDO NELLO STARE A CASA LONTANA DA QUESTE COSE APPENA DESCRITTE. VI VOGLIO BENE MI MANCATE CIAO E A PRESTO!

Storia di Raffaella

Ogni volta che esco di casa: mi vesto, controllo di aver preso tutto, chiavi, telefono, soldi, esco sul balcone prendo la mascherina stesa al sole da ieri, la infilo, e per ultime metto le scarpe, Acciderbole! Tolgo le scarpe, rientro in casa, lavo le mani perché ho toccato le scarpe, tolgo la mascherina, prendo i guanti che avevo dimenticato, rimetto la mascherina, esco sul balcone, metto le scarpe, prendo la borsa per la spesa Cazzo! Tolgo le scarpe, rientro in casa, sudo, rispondo al telefono, prendo gli occhiali che avevo dimenticato, sudo, si appannano gli occhiali, sposto la mascherina, dall’elastico perché ho toccato le scarpe, mi viene da piangere, sudo, rimetto la mascherina, sempre dall’elastico, tolgo gli occhiali appannati, rimetto gli occhiali, rimetto le scarpe. Esco. E mi sono dimenticata perché stavo uscendo. Piango e mi domando: ma per togliere gli occhiali avrei dovuto togliermi i guanti e lavare le mani?

Storia di Deborah

All’ inizio, essendo abituata a stare da sola, non ho fatto tanto caso alla situazione che si era creata attorno a me, ma poi sentendo i notiziari e rendendomi conto, sono proprio entrata nel vivo della pandemia…con tutte le altre persone disagiate e meno fortunate di me. Ho cominciato a usare anche io mascherina e guanti, per uscire quando incontravo gente per la strade. In questi giorni e soprattutto all’inizio, mi sembrava un po’ di impazzire ma grazie ai miei genitori che mi sono stati tanto vicino, ancora adesso, venendomi a trovare o accompagnandomi a fare la spesa diciamo che la situazione un po’ si superava.